Vaughters racconta Wiggins: “Nel 2009 perse un prologo contro Contador, fece le valigie e lasciò la corsa”
L’esuberanza del personaggio Bradley Wiggins è venuta fuori soprattutto dopo il ritiro del britannico. Molti episodi singolari della sua carriera stanno infatti emergendo ora, quando ormai il vincitore del Tour de France 2012 non ha più nella da perdere ed è ai margini del mondo del ciclismo. Ciò che si può intendere è che l’ormai 39enne di Ghent avesse tutt’altro che un carattere facile da gestire, perché si è sempre sentito una prima donna, ponendosi continuamente al di sopra dei direttori sportivi e i compagni di squadra. La conferma arriva dalle parole di Jonathan Vaughters, suo team manager nel 2009 alla Garmin-Slipstream.
Il dirigente statunitense, nella sua autobiografia “One Way Ticket: Nine Lives on Two Wheels” (“Biglietto di sola andata: nove vite su due ruote”), ha raccontato di un episodio risalente alla Parigi-Nizza 2009: “Era una persona speciale, propensa all’estremo nel rendimento e nel comportamento – si legge – Però era autodistruttivo e distruttivo nei confronti di coloro che gli stavano intorno, perché pensava solamente a se stesso. Firmò per noi nel 2008, ma la sua prima stagione non cominciò bene. Si considerava il favorito per il prologo della Parigi-Nizza, ma non vinse. Non riuscì ad accettare di essere stato battuto da Alberto Contador in un prologo e reagì in maniera infantile, dicendo che gli elicotteri lo ostacolavano, che Contador era dopato e che i francesi gli remavano contro. Così fece le valigie e lasciò la corsa. Non fu un bel modo per presentarsi alla nuova squadra e ai nuovi compagni. Di corridori con temperamento ne ho visti molti, ma quell’episodio fu uno dei più incredibili che mi capitarono e spiega bene chi era Wiggins. Voleva vincere disperatamente, era un vincitore nato“.
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